Arno Breker a lavoro nel suo studio
Arno Breker appartiene alla nutrita schiera degli artisti dimenticati. Spesso,
per motivi diversi che vanno dal cambiamento della sensibilità estetica
ad altri inconfessabilmente più prosaici, molti artisti finiscono per
essere travolti dal destino e condannati al silenzio permanente. Arno Breker
appartiene a questa categoria e, a determinarne il silenzio, hanno giocato
motivi politici ed idee
artistiche considerate sorpassate. Unitamente a Josef Thorak, egli fu sicuramente
uno dei massimi
scultori nella Germania nazista.
Arno Breker nasce il 19 luglio del 1900. Dal 1916 al 1925 conduce gli usuali
studi artistici che lo vedono anche allievo,al Kustakademie di Dusserdolf,
del Prof. Wilhelim Kreis.
I suoi primi lavori risentono delle esperienze che in Europa si compiono in
quegli anni. Nel 1927
si reca a Parigi, città che considererà sempre la sua capitale
d’adozione. In questa città intreccia
numerose relazioni con molte personalità artistiche dell’epoca.
Intraprende un viaggio anche in Africa settentrionale da cui trae una serie
di litografie riunite in una raccolta denominata
“
Tunesische Reise”. Inizia anche a produrre le prime opere monumentali
ed ad ottenere i primi riconoscimenti. A lui si deve, sul finire degli anni
venti, il busto del primo presidente socialista
Friedrich Eber. Nel 1929 affida i suoi interessi al mercante d’arte Alfred
Flechthein, amico del
più conosciuto Kahnweiler, mercante di Pablo Picasso. Nel 1932 si trova
a Roma, soggiorna a villa
Massimo, realizza una copia della pietà Rondinini e vince il premio
Roma.
A convincerlo a rientrare in Germania è il pittore ebreo Max Lieberman,
di cui realizzerà un ritratto in bronzo e la maschera mortuaria. L’anno
1936 segna l’inizio della sua ascesa nel panorama artistico tedesco.
Ascesa che coincide con l’affermarsi del nazismo e che sarà successivamente
la sua rovina. La sua cultura di sapore squisitamente classico, unitamente
alla sua capacità di realizzare opere di grande dimensione, lo pongono
fra i preferiti artisti da Hitler che vuole dare origine a un’arte caratterizzata
dal forte orgoglio nazionale. Quando nel 1937 si organizza a Monaco la manifestazione
contro l’arte definita degenerata, Breker viene nominato professore
all’Accademia. Dal 1938 al 1944 svolge un’intensa attività,
fatta di numerose commesse governative. Alla sua opera spesso ricorre A. Speer,
chiamato ad edificare la nuova Cancelleria e la nuova Berlino. Per lui realizzerà le
due statue che ornavano il cortile della nuova cancelleria e lavorerà,
fra l’altro, ai 24 grandi bassorilievi che avrebbero dovuto ornare l’Arco
di Trionfo mai realizzato. Sarà lui ad accompagnare Hitler nella breve
visita fatta dal dittatore a Parigi poco dopo l’occupazione . Durante
l’occupazione nazista di Parigi , fu grazie al suo intervento che P.Picasso
si salvò dalle conseguenze dell’accusa di aver sottratto metalli
indispensabili alla produzione bellica.
Nel 1945, con la caduta del nazismo, i suoi tre studi vengono confiscati e
distrutti. Le opere esposte
all’Orangerie spariscono e vengono ritrovate solo negli anni sessanta
in una fonderia dove venivano vendute a peso. Circa l’ottanta per cento
della sua produzione si dissolve e va irrimediabilmente perduto. Una legge
del 1947 gli impedisce anche il riacquisto delle poche opere che l’artista
riesce a rintracciare. Solo pochissime si salvano grazie alla compiacenza di
un’amica svizzera.
Pur non avendo mai aderito ufficialmente al partito nazista, viene sottoposto
all’esame di un comitato di epurazione ed invitato a fornire pubbliche
scuse; scuse che si rifiuterà di porgere.
L’essere considerato uno dei massimi scultori sotto il nazismo non impedisce
a I. Stalin di formulargli l’invito di recarsi a Mosca per continuare
il suo lavoro. Invito che Breker rifiuta.
Dal 1948 è nuovamente in Francia , città dove si stabilisce e
dove esegue numerosi ritratti.
Pur vivendo lontano dal grosso pubblico, mantiene i contatti con alcuni grandi
della cultura occidentale dell’epoca. Amico personale di Jean Cocteau,
continua il suo lavoro dando sempre più importanza alla ritrattistica,
genere per il quale vanta una indiscussa fama. Di quel periodo sono i ritratti
di Cocteau, del barone Thyssen, del Prof. Ludwig ecc. Arno Breker morirà nel
1991.
Alla sua morte il pittore viennese Ernst Fuchs dice “ Con il decesso
di Arno Breker è finita un’epoca della scultura del nostro secolo.
Breker era un vero profeta del bello; egli ha modellato, di volta in volta
nella tradizione classica , la bellezza dell’immagine dell’uomo
come Dio la intendeva con ineguagliata maestria” Attualmente, il maggior
numero delle sue opere è conservato presso
L’Art Museum Norevenich di Colonia

Progetto dell’Arco di trionfo a Berlino - decorazione
di A Breker
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